Daniel Vladeta e il suo OOV

Interviste

Vi proponiamo un’intervista a Daniel Vladeta, osteopata australiano ideatore dell’attrezzo OOV. Dopo aver completato i suoi studi in Anatomia e Psicologia, si è specializzato in Neuroscienze, Biologia Molecolare e Osteopatia. Vladeta, che ora lavora e collabora con i principali professionisti della riabilitazione, osteopatia, fisioterapisti, insegnanti Pilates, personal trainer e cultori delle scienze di movimento, sarà a Milano l’8 e il 9 luglio per un corso organizzato da Il Metodo – Polestar Pilates.

Da dove viene l’idea di OOV?
Da professionista ho sempre prescritto ai miei pazienti esercizi da fare a casa come parte della loro terapia e riabilitazione. Il problema era che quando chiedevo loro di mostrarmi come li eseguivano, facevano qualcosa di completamente diverso oppure non erano così sicuri di come eseguirli.
Quindi mi venne in mente di sviluppare uno strumento che aveva le informazioni nel design stesso, che permettesse alla persona di posizionarsi correttamente, senza che potessero imbrogliare, insegnando loro a controllare lo scheletro assiale mentre erano sdraiati sopra. Doveva essere qualcosa di mobile. Come possiamo insegnare alle persone a muoversi, se sono sdraiate su una superficie che non si muove?

Cosa significa OOV?
Abbiamo pensato a molti nomi, ma l’abbiamo trovato grazie ad una ragazza che quando si sdraiò per la prima volta sull’OOV esclamò un suono “Ooooooooooov”. Ci piacque anche perché cercando il termine OOV sul vocabolario trovammo che non era una parola, che era Out Of Vocabulary (fuori dal vocabolario). Inoltre ci piace anche il fatto che diventa un gioco di parole che riguarda il movimento (mOOVe) .

Chi può beneficiare degli esercizi OOV?
Tutti possono beneficiare degli esercizi eseguiti sull’OOV. Viene usato nella riabilitazione con gli atleti Olimpici, nell’allenamento degli sportivi professionisti e per una vasta gamma di sport.

Che cosa può apprendere un insegnante dal corso OOV?
Il corso sui principi di OOV non è solo per imparare ad usarlo, ma è più per apprendere una filosofia di come lavorare con il corpo. La definizione del controllo motorio è “integrazione di informazioni sensoriali, sia sul mondo sia sullo stato attuale del corpo, per determinare l’insieme appropriato di forze muscolari e attivazioni articolari per generare un determinato movimento o un’azione desiderata”.
Il corso verte su come cambiare le informazioni da dare al corpo per eseguire un compito o cambiare il controllo motorio. Si parla dell’apprendimento delle competenze e su come fornire informazioni afferenti per imparare come muoversi. È un corso pratico, esperienziale e divertente.

OOV può essere utile ad un insegnante di Pilates?
È un ottimo strumento per insegnare Pilates, ma anche un fantastico attrezzo per cambiare il modo di muoversi. E questo è quello che viene insegnato al corso istruttori. Non solo permette di cambiare velocemente il modo di muoversi, ma anche di incorporare l’esperienza di movimento. Dà risultati veloci. E questo significa che si ottiene di più dai clienti e con risultati migliori.

È adatto per allenarsi a casa?
È stato ideato proprio per questo. Tutti i miei pazienti e clienti hanno OOV a casa per fare i propri esercizi anche a casa. Noi abbiamo bisogno di lavare i denti per averli sani. Il lavoro sull’OOV è come “lavare i denti” al proprio corpo.

Qual è il migliore consiglio per un insegnante Pilates?
Io penso, come specialista del corpo e del movimento, che il nostro sia il lavoro migliore. Ognuno è diverso! Il nostro lavoro è interessante quanto la complessità del corpo. Non lavoriamo con macchine, ma con persone, con i loro sentimenti e le loro credenze. Non potremmo mai sapere tutto sul corpo. Proprio per questo è divertente essere sempre studenti, imparare da ogni corpo con cui lavoriamo, senza avere un programma predefinito, ma ascoltare e vedere cosa la persona ha bisogno in quel momento. Fargli fare un’esperienza. E domani sarà diverso perché loro saranno diversi. Il nostro lavoro non è mai noioso!

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